Testa illuminata dal sole

La ricerca della psico-felicità

Qualche anno fa, mio padre non si è sentito bene: non riusciva più a dormire bene la notte e di giorno era spesso agitato ed ansioso. Si è recato dal suo medico di famiglia e gli ha raccontato il suo malessere, premetto che mio padre per dormire prendeva già dei sonniferi, ed il dottore gli ha risposto che era meglio aumentare la dose di calmanti.

Dopo circa una settimana, mio padre era peggiorato, e quindi si è nuovamente recato dal medico, che senza prescrivergli alcun controllo ematico, gli ha aumentato ancora una volta il dosaggio dei calmanti, aggiungendo un ansiolitico specifico, di cui non voglio fare il nome ma che è molto conosciuto ed utilizzato dai medici in generale, per curare gli stati d’ansia.

Fortunatamente mio padre sentendosi ancora male si è rivolto ad un altro dottore che gli ha subito prescritto degli esami clinici di controllo, dove gli è stato successivamente riscontrato un grave scompenso cardiaco che lo avrebbe portato in poco tempo verso la morte, e così è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale per delle cure immediate e la sospensione di tutti i farmaci prescritti in precedenza per l’ansia dall’altro medico.

Ho voluto parlare dell’esperienza diretta di mio padre solo per far capire meglio a livello empatico, quanto può essere vicino a noi il problema delle facili prescrizioni di psicofarmaci che ogni anno causano centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo, ma ora vi lascio a questo spezzone del video-documentario “La verità sugli psicofarmaci”, guardatelo, e vi consiglio di guardarlo tutto appena avete tempo:

Come avete potuto notare dal documentario molte volte i pazienti e le famiglie sono all’oscuro degli effetti collaterali che hanno i farmaci prescritti, ma la cosa più grave è che a volte gli stessi medici generici che li prescrivono non ne sono a conoscenza e fanno le ricette per puro marketing.

In particolare un illustre psichiatra della Harward Medical School e Direttore dell’Istituto di Psicofarmacologia pediatrica presso il Massachussets General Hospital di Harward, Joseph L. Biederman, uno dei più autorevoli sostenitori al mondo della terapia a base di psicofarmaci sui bambini per problemi della Condotta e Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD). si è scoperto essere nel libro paga di una nota multinazionale farmaceutica.

Proprio grazie a lui si deve in larga misura se a bambini di due anni è stata fatta diagnosi di disturbo bipolare, e di conseguenza sono stati curati con un potente cocktail di psicofarmaci, molti dei quali mai approvati per tale patologia dalla FDA(Food and Drug Administration), e nessuno dei quali autorizzato per minori di dieci anni.

Il professor Biederman pubblicava studi clinici in teoria “indipendenti”, ma poi incassava tangenti per consulenze private dai produttori dei farmaci: ad esempio aveva presentato i risultati dei trials clinici sull’efficacia del Risperidone ad esponenti dell’azienda Johnson & Johnson, produttrice del farmaco antipsicotico “Risperdal”, prima ancora di iniziarli.

Gli inquirenti hanno esibito prove che riportavano come l’azienda si servisse dell’influenza del professor Biederman, per aumentare le vendite degli psicofarmaci, incluso il famoso “Concerta”, farmaco utilizzato per la sindrome “ADHD”, con studi pilotati atti a ridimensionare i pericoli degli effetti collaterali sui piccoli pazienti; vi lascio ancora ad uno spezzone del documentario “La Vena d’Oro”, per farvi capire gli effetti collaterali, e non solo!

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Anche il legame tra gli psicofarmaci e gli atti di violenza è stato sempre ignorato dalla FDA, fin dal lontano 1991 anno in cui il CCHR ( organizzazione USA legata al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), ha contribuito ad organizzare udienze, in cui vittime ed esperti riuniti testimoniavano come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina,(SSRI) causino non solo suicidio, ma anche violenza ed omicidio.

La testimonianza dei genitori sui suicidi dei loro figli erano sconvolgenti, ma nonostante i dati schiaccianti, il comitato consultivo della FDA ( composto in maggioranza da persone che avevano conflitti d’interessi con le multimilionarie aziende farmaceutiche), ha rifiutato di mettere in guardia il pubblico sul legame tra antidepressivi e suicidio o altri comportamenti violenti.

Essendo aumentati i casi di suicidio, circa un decennio dopo la FDA dovette ammettere le conseguenze mortali associate agli SSRI, obbligando i produttori a stampare un avvertimento “a scatola nera”, (simile a quello visibile sui pacchetti di sigarette), circa il collegamento tra i suicidi e gli antidepressivi.

Il collegamento con gli atti violenti continua ad essere ignorato dalla FDA anche se il CCHR ha più volte preso l’iniziativa, richiedendo i rapporti tossicologici dei killer scolastici e fornendo i dati ai legislatori; un recente studio di PLOS Medicine conferma ciò che il CCDU dice da vent’anni, e proprio ultimamente c’è stata un’altra recente denuncia sulla ricerca fraudolenta di un antidepressivo della GlaxoSmithKline, il “Paxil”, che secondo una revisione dei dati, non sarebbe efficace nel trattamento dei bambini, e vi sarebbe notevole rischio di suicidio associato con esso.

Fortunatamente esistono forme di trattamento alternative ai farmaci, la psicoterapia funziona ed altri tipi di terapie olistiche hanno dimostrato di essere sicuramente più efficaci degli antidepressivi nel lungo periodo; l’esercizio fisico è importante e nei casi di depressione lieve è possibile fare affidamento a programmi di mutuo-aiuto, o di auto-guarigione, testati attraverso studi scientifici, che ne hanno dimostrato l’efficacia.

Ma ora per cercare di fugare tutte le negatività accumulate leggendo la cruda realtà dell’inchiesta vi lascio a questo video del Professor Tomhas Szasz, che chiosa ironicamente sull’argomento!

Buona Luce e buon Risveglio!
Pedro